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“Se vuoi andare veloce, vacci da solo… se vuoi andare lontano, andiamoci insieme!”

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Si è svolto nel pomeriggio di martedì 2 marzo 2021, in modalità telematica, l’Attivo Unitario dei delegati del settore commercio di Bologna sull’avvio del rinnovo del CCNL TDS (Confcommercio e Confesercenti), con la partecipazione delle Segreterie di Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS di Bologna.

Rinnovare il contratto collettivo nazionale durante la pandemia: una sfida a cui hanno risposto gli oltre sessanta partecipanti presenti, in videoconferenza, all’Attivo Unitario delle delegate e dei delegati sindacali del comparto commercio, del terziario e dei servizi dell’area metropolitana di Bologna.

Ogni rinnovo contrattuale, come ricorda chi ha vissuto più volte questa esperienza, è difficile e faticoso.

La situazione epidemiologia, che pure, come ricordano le parti datoriali, ha provocato per il settore un calo complessivo – con grandi disparità tra le categorie – alla fine del 2020 intorno al 14,7% e analoga tendenza all’inizio del 2021, oltre che a rendere inedito il confronto, il quale dovrà necessariamente spingere a considerare la contrattualistica come mezzo fondamentale per valorizzare i lavoratori e rilanciare il settore.

Durante lo svolgimento dell’attivo i contenuti della piattaforma contrattuale (che nello specifico trattasi di un ricco documento elaborato dagli organismi sindacali nazionali e non di una piattaforma tradizionale con la finalità di rendere più spedito il confronto tra le parti) si sono arricchiti dei contributi dei lavoratori, attraverso gli interventi di ogni delegato.

Senza dubbio, dalla discussione dell’attivo sono emersi dei focus importanti come ad esempio la tutela del lavoratore e la prevenzione sui luoghi di lavoro che tra l’altro acquistano oggi una rilevanza fondamentale. Inoltre, altro aspetto assai dibattuto, il tema del lavoro agile, che diventa un nuovo ed essenziale strumento da regolamentare a livello collettivo, declinandolo anche in termini di sicurezza.

Altre tematiche al centro del dibattito sono state l’esigenza di diminuire il divario di genere – le donne sono ancora le più penalizzate, si pensi, per esempio, alla gestione della didattica a distanza dei figli in età scolare – remunerare maggiormente il lavoro il lavoro disagiato (domenicale, notturno, flessibile, ecc.), rafforzare il welfare e la sanità integrativa, intervenire sull’invecchiamento attivo in età lavorativa, introdurre il turn over funzionale all’interno dell’azienda, fronteggiare le problematiche connesse ai processi diffusi di terziarizzazione.

Di fondo emerge poi la necessità di formazione, non soltanto per aggiornare i lavoratori, ma estesa anche a datori di lavoro e titolari, rafforzando inoltre quella rivolta ai delegati sindacali sui diritti e sui doveri del lavoratore.

Infine, riqualificare: in termini più profondi rispetto al passato, per contrastare la perdita di competenze che le nuove forme di lavoro impongono soprattutto nei confronti di chi non è più giovanissimo e sempre più spinte verso lavori “poveri e disagiati”.

Quindi, in sintesi, la contrattazione condivisa, valorizzata attraverso la pluralità di tavoli che lavorano per il rinnovo del nostro CCNL,è un bene prezioso per il nostro Paese, ancor più nell’anno del Covid!